Tra Maria Teresa e Napoleone: l’epoca della Scala e di Brera
Inaugurato nell’anno 1778, nel vivo di una splendida stagione architettonica della città, il Teatro alla Scala diventa il simbolo della cultura milanese, e lo scenario ideale per le vicende della storia. La Scala è l’edificio più celebre nell’ambito della notevole stagione architettonica e decorativa vissuta da Milano tra la seconda metà del Settecento e l’epoca di Napoleone. La Milano illuminista viene descritta con toni di ammirazione e di piacere dai viaggiatori d’Oltralpe per le continue innovazioni nei comfort domestici e cittadini, e per la vivacità della cultura nelle forme più diverse: dalle arti all’arredo, dalla moda alla scienza, dai giardini alla vita musicale (Mozart verrà a Milano per tre volte,). Milano sta mutando il proprio volto e l’aspetto urbano, proponendosi come una città moderna, in rapida evoluzione. Il rapporto tra tradizione e voglia di rinnovamento viene simboleggiato dalla realizzazione della guglia maggiore del Duomo, in cima alla quale, a oltre 110 metri di altezza, viene collocata nel 1774 la popolare statua della “Madonnina”.
La politica di riformismo e di rinnovamento amministrativo di impronta illuministica adottata durante il regno dell’imperatrice d’Austria Maria Teresa d’Asburgo (1740-1780) e di suo figlio Giuseppe II (1780-1790) si riflette anche nelle vicende culturali ed artistiche dello Stato di Milano: negli ultimi trent’anni del Settecento gli austriaci si avviano infatti a rimodellare il volto del capoluogo, trasformandolo in una città moderna, che riflette nelle sue forme architettoniche i mutamenti sociali ed istituzionali attuati dal governo. Regista della ridefinizione dell’antico tessuto urbanistico di Milano è Giuseppe Piermarini: nominato nel 1769 Imperial Regio Architetto, fin dalle sue prime opere imprime agli edifici milanesi e alla scenario urbano una svolta in senso neoclassico, proponendo forme pure, lineari e razionali. La Scala è appunto uno dei capolavori lasciati da Piermarini a Milano.
La diffusione di un omogeneo gusto neoclassico in Lombardia è favorita dall’istituzione nel 1776 dell’Accademia di Brera, che si propone come polo formativo e di riferimento culturale per la nuova generazione di pittori, scultori e decoratori aperti ad un deciso rinnovamento di linguaggio. Nello stesso palazzo dell’Accademia trovano posto la Biblioteca, l’Osservatorio astronomico e la Società Patriottica, mentre nel giardino accanto viene costituito l’Orto Botanico: tutto ciò rientra infatti nel più ampio progetto illuminista di una formazione globale, in cui ciascuno può ricevere la preparazione adatta alla propria attività volta alla pubblica utilità. Della prestigiosa ed omogenea équipe che si raccoglie intorno al Piermarini, attiva in particolare nei due principali cantieri lombardi, il Palazzo Arciducale (poi Reale) di Milano e la Villa Reale di Monza. La recente ricomposizione degli stucchi, delle pitture, degli arredi e dei mobili di alcune sale di rappresentanza di Palazzo Reale restituisce l’immagine di un grande cantiere decorativo, autentico laboratorio di gusto neoclassico, come conferma la successiva fase napoleonica.
Con l’arrivo dei francesi nel 1796, per adeguarsi al suo ruolo di capitale della Repubblica Cisalpina, poi italiana e infine del Regno d’Italia, Milano è di nuovo coinvolta in un programma di rinnovamento urbanistico. Emblematico è il progetto per il Foro Bonaparte, la vastissima piazza circolare che avrebbe dovuto aprirsi intorno al Castello Sforzesco, opportunamente rinnovato in forme neoclassiche. L’elemento più vistoso di questo progetto, realizzato solo in piccola parte, è oggi l’elegante e maestoso Arco della Pace, ricco di sculture, che fa da ingresso solenne alla città per chi proviene da nord.
Nel campo della cultura pittorica la fortunata stagione del Neoclassicismo napoleonico continua il suo sviluppo, aprendosi però alle nuove tematiche legate agli eventi storici recenti che irrompono nella pittura italiana. Personalità cardine in questo processo è Andrea Appiani. Favorito da Napoleone, di cui diviene Primo pittore dal 1805, Appiani dedica gran parte della sua attività alla celebrazione delle glorie del Bonaparte, sia attraverso una serie di splendidi ritratti, sia in cicli di affreschi e di opere allegoriche. Un esempio integro e convincente dell’architettura e dell’arte neoclassica è la Villa Reale, oggi prestigiosa sede della Galleria d’Arte Moderna, delizioso edificio aperto su un giardino “all’inglese”.
Legato alla figura di Appiani è anche uno degli eventi culturali più importanti dell’età napoleonica in Lombardia: la nascita della Pinacoteca di Brera, inaugurata ufficialmente il 15 agosto 1809, uno dei musei più importanti d’Europa.