Ritratto di musico – Leonardo da Vinci

    Unico dipinto su tavola di Leonardo rimasto a Milano, il Ritratto di musico è databile al 1485 circa e conservato nella Pinacoteca Ambrosiana. Tradizionalmente si riteneva che l’artista avesse ritratto Ludovico il Moro, duca di Milano, ma quando i restauri del 1905 eliminarono le ridipinture e fecero riemergere nella parte inferiore la mano con lo spartito musicale, si cominciò a parlare del ritratto di un Musico, identificato ora con Franchino Gaffurio, maestro di cappella del Duomo di Milano, ora col cantore franco-fiammingo Josquin des Prez, entrambi presenti alla corte del Moro. Più recentemente, è stata avanzata l’ipotesi che si tratti di Atalante Migliorotti, musico toscano amico di Leonardo, giunto con lui a Milano come cantante e abile suonatore di lira. 
Il soggetto, un giovane dalla folta capigliatura riccia, è ritratto a mezzo busto di tre quarti, girato verso destra. Lo sguardo è distante, ma vivo e intelligente, trattato con un forte chiaroscuro che ne risalta la plasticità. Particolarmente espressivi sono gli occhi, indagati con finezza fin nelle pupille, con diverso passaggio di luci e ombre.
Il colore si assesta sui bruni e sul nero nello sfondo, con un tocco di colore nella berretta rossa. La veste, così come la mano reggente lo spartito musicale, sono ritenuti interventi posteriori e frettolosi dell’artista. Il vero fiore all’occhiello dell’opera è la forte introspezione psicologica indagata da Leonardo, il quale si ispira senza’altro all’esempio di Antonello da Messina, certificandone, col suo spessore, l’autografia leonardesca.