Forme uniche della continuità nello spazio – Umberto Boccioni

    Forme uniche della continuità nello spazio è una celebre scultura dell’artista Umberto Boccioni, conservata nel Museo del Novecento di Milano. L’opera, completata nel 1913, rappresenta simbolicamente il movimento e la fluidità ed è considerata uno dei capolavori del Futurismo. Tale movimento artistico si prefiggeva di rappresentare la velocità e la forza del dinamismo nell’arte, la simultaneità della visione, nel quale lo spettatore veniva avvolto, testimone di un’azione rappresentata durante il suo svolgimento. 
Boccioni, formatosi come pittore, iniziò la propria carriera di scultore nel 1912. L’obiettivo della sua opera, realizzata originariamente in gesso e mai prodotta in bronzo dallo stesso artista, era quello di rappresentare un “continuum sintetico” del movimento, invece di una “discontinuità analitica”, tipica di artisti quali František Kupka e Marcel Duchamp.
Se si osserva la scultura di lato, si può riconoscere facilmente una figura umana in cammino priva però di alcune parti corporee, come per esempio le braccia. La figura appare, quindi, per un verso come uno dispiegamento anatomico delle parti di un’ipotetico corpo di cui si riconoscono distintamente alcuni muscoli; per un altro come una “macchina”, come un ingranaggio in movimento. L’opera inoltre si sviluppa mediante l’alternarsi di cavità, rilievi, pieni e vuoti che generano un frammentato e discontinuo chiaroscuro fatto di frequenti e repentini passaggi dalla luce all’ombra. In tale modo sembra che la figura si modelli a seconda dello spazio circostante, creando un continuo dinamismo. Anche i contorni seguono una sequenza di curve e di cavità, dilatando lo spazio, dando un’idea di sovrapposizione continua della figura in movimento.