Palazzo Reale

    Le origini di Palazzo Reale sono molto antiche e la sua storia corre intrecciata a quella di Milano e  di quelli che l’hanno governata. Dagli Sforza a Napoleone, dalla peste ai bombardamenti, sono molti i personaggi e gli eventi che hanno influenzato la struttura e le funzioni del Palazzo, specchio dei poteri forti che si sono alternati al governo della città e che ne hanno cambiato il volto nel corso dei secoli, fino a farne il più prestigioso spazio per le grandi mostre d’arte a Milano che oggi conosciamo.

    Il suo primo nome fu Palazzo del Broletto utilizzato come il palazzo del municipio, dove si svolgevano le assemblee cittadine e si amministrava la giustizia. Questo ruolo si consolida con le signorie dei Visconti prima (1395-1447) e degli Sforza poi (1450-1535), questi ultimi in alternanza alla dominazione francese: nonostante la loro residenza ufficiale fosse il Castello Sforzesco, i duchi sentivano l’esigenza di un Palazzo che li rappresentasse ufficialmente a Milano, orientato alla magnificenza delle corti  rinascimentali.
Dopo l’alternanza al potere tra i francesi e gli Sforza, nel 1535 Milano passa al dominio spagnolo sotto cui rimarrà fino al 1714. I nuovi governatori si insediano nel Palazzo e intraprendono importanti lavori di ristrutturazione e ampliamento.
Con gli austriaci, subentrati nella seconda metà del XVIII  secolo agli spagnoli, il Palazzo diventa luogo di fastosa vita di corte e abbellito da lavori di rinnovamento. Agli austriaci si deve soprattutto la ristrutturazione dell’esterno del Palazzo nelle forme che possiamo vedere ancora oggi. Con l’intervento di Piermarini, chiamato a corte dal 1770 al 1778, scomparve ogni testimonianza architettonica dell’arte lombarda e tutto il Palazzo assunse le vesti neoclassiche.
Quando Milano divenne capitale del Regno d’Italia nel 1805 e poi capitale del Regno Lombardo Veneto, con il ritorno degli Austriaci, il Palazzo toccò il suo massimo splendore grazie all’opera di abbellimento affidata ad Andrea Appiani, a Pelagio Pelagi e ad un giovane Francesco Hayez. I reali, però, frequentano il palazzo sempre più di rado, utilizzandolo prevalentemente durante eventi ufficiali, come nel 1906 in occasione dell’Esposizione Universale. 
Dopo la Prima Guerra Mondiale, i Savoia si spogliano di gran parte dei loro beni e cedono il Palazzo Reale al Comune che, riservando le sale d’onore ai sovrani, propone di realizzare all’interno un museo di arti decorative, peraltro mai iniziato.

    La vera storia espositiva del Palazzo comincia nel 1951, quando Roberto Longhi allestisce la memorabile mostra su Caravaggio e i caravaggeschi. È l’inizio di una serie straordinaria di mostre che animeranno la vita culturale di Milano negli anni Cinquanta nel desiderio di ricostruire, attraverso la cultura, il tessuto socio economico e l’identità della città colpiti dalla guerra che anche a Palazzo Reale aveva lasciato laceranti ferite e segni di distruzione.

    Oggi, Palazzo Reale è il cuore espositivo del centro di Milano, una struttura del Comune di Milano che da anni programma, progetta e gestisce grandi mostre d’arte per il grande pubblico.
Si contano un milione di visitatori ogni anno. Le ragioni del successo sono molte: una programmazione sul medio e lungo periodo, la disponibilità di importanti relazioni e partnership con i musei di tutto il mondo, le collaborazioni con soggetti dalla pluriennale esperienza nell’implementazione di progetti espositivi, la competenza crescente della struttura e il continuo sostegno del Comune di Milano. Il ruolo più importante lo gioca l’eccellenza dei progetti curatoriali, affidati ai più eminenti storici dell’arte italiani e stranieri; sempre più significativa è anche la collaborazione con le più prestigiose firme dell’architettura italiana che contribuisce enormemente a migliorare non solo il godimento, ma anche l’interpretazione delle opere, ricreando un’atmosfera unica e mettendo il visitatore al centro di un’esperienza irripetibile.