Gian Giacomo Poldi Pezzoli

“Titolare” del museo più chic di Milano, il nobile Gian Giacomo è una figura suggestiva di collezionista e di patriota.
Appartenente a una nobile famiglia, ma legato politicamente a circoli liberali moderati, Gian Giacomo fin da giovane promuove iniziative sociali e nel 1848 partecipa alle Cinque Giornate, l’insurrezione di Milano contro la dominazione austriaca. Coinvolto nel Governo Provvisorio di Lombardia, segue le operazioni militari e finanzia l’armamento delle truppe: con l’avanzata dell’esercito austriaco il palazzo di corsia del Giardino (l’attuale via Manzoni) viene utilizzato come alloggio militare: per ottenerne il dissequestro Gian Giacomo paga una colossale multa di ben 600.000 lire.
Gian Giacomo elabora allora una nuova strategia: realizzare l’unità d’Italia attraverso un museo. Partendo dal prediletto settore delle armi antiche, Gian Giacomo allarga le collezioni a campi sempre più ampi, rastrellando capolavori in Italia e all’estero; una équipe di scenografi, pittori e decoratori avvia la trasformazione dell’appartamento in una casa-museo. Nel 1871 Gian Giacomo Poldi Pezzoli stende un testamento che prefigura la nascita di una fondazione.
Nel 1879, a cinquantasette anni non ancora compiuti, muore per una crisi cardiaca. Per volere del fondatore, il museo viene aperto nel giro di due anni, “ad uso e beneficio pubblico, in perpetuo”.