Federico Borromeo
Nei Promessi Sposi Manzoni ha lasciato uno splendido ritratto del “cardinal Federico”, protagonista assoluto della storia e della cultura a Milano nella cosiddetta “età spagnola”. Per oltre trentacinque anni arcivescovo di Milano, Federico Borromeo ha lasciato un segno profondo e tuttora ben riconoscibile nella città. Ma se suo cugino e predecessore Carlo Borromeo ha salito i gradini della santità, Federico è stato prima di tutto un uomo di straordinaria cultura, con due primati di cui Milano deve essere fiera: con il nome di Ambrosiana ha aperto la seconda biblioteca pubblica in Europa (1609) e la prima pinacoteca (1618). È grazie a lui se Milano possiede il Codice Atlantico e il Musico di Leonardo, la Canestra di Frutta di Caravaggio, il cartone della Scuola di Atene di Raffaello, il manoscritto di Virgilio appartenuto a Petrarca. A Federico si devono inoltre la nascita e il sostegno della scuola pittorica del Seicento Lombardo, la parte bassa della facciata del Duomo, la creazione di istituzioni culturali autonome e prestigiose. Infine, come un destino ciclico di famiglia, la grande prova della terribile peste del 1630, esattamente come Carlo aveva dovuto affrontare quella del 1576.