Apre l’Acquario Civico

L’Acquario Civico di Milano ha sede in uno splendido edificio viennese in stile Liberty, progettato dall’architetto Sebastiano Locati come padiglione per l’Esposizione Internazionale di Milano del 1906, successivamente donato al Comune. L’edificio è stato progettato in modo tale da raccontare il suo contenuto ai visitatori: le decorazioni, infatti, rappresentano animali e piante acquatiche sia di mare che di acqua dolce, sia nostrani che esotici, a corredo di quanto mostrato nelle vasche durante l’Esposizione Internazionale. Due anni dopo la sua inaugurazione, nel 1908, l’edificio venne inoltre arricchito dalla costituzione di una Stazione di biologia e di bioidrologia applicata.

Nel suo genere, l’Acquario Civico è uno dei più antichi acquari d’Italia. Restaurato nel 2006, oggi propone diversi percorsi didattico-espositivi seguendo come linea tematica il percorso dell’acqua dalle sorgenti alpine fino ai 30 metri di profondità marina, suddividendo gli ambienti rappresentativi in 10 vasche di acqua dolce e 12 di acqua salata, tre delle quali aperte. Ospitando un allestimento di tale portata, è possibile osservare oltre 100 specie diverse di organismi acquatici, che ricreano ambienti fluviali, lacustri e marini che spaziano dall’ area milanese a quella mediterranea. A completamento del percorso museale, una vasca di pesci tropicali ricostruisce la barriera del Mar Rosso, curiosa per immaginare una possibile evoluzione futura del Mediterraneo. Le vasche sono distribuite lungo l’ellisse espositiva, ed i visitatori possono decidere se percorrere questo viaggio seguendo la corrente o risalendola, andando cioè dalla montagna al mare o viceversa; Oltre alle vasche, nelle sale espositive sono presentati al visitatore filmati, mostre a tema e percorsi interattivi sui diversi argomenti.

L’Acquario ospita mostre tematiche e periodicamente propone iniziative dedicate ai più piccoli e alle loro famiglie. La sua biblioteca è una delle più fornite in Italia per quanto riguarda la biologia marina e l’oceanografia.