Carlo Borromeo
Carlo Borromeo nasce nella rocca di Arona, sulla sponda piemontese del lago Maggiore: a soli sette anni porta già la tonsura ecclesiastica. Nel gennaio 1560, dopo essersi laureato a Pavia, il futuro santo viene nominato cardinale e segretario di Stato da papa Paolo IV, suo zio materno. Divenuto arcivescovo, entra solennemente a Milano nel 1565: da sessantotto anni nessun arcivescovo risiedeva in città. Fin da subito, si propone come la controparte sociale e morale dei governatori spagnoli, con un’attività instancabile. Nei 19 anni della sua azione pastorale, Carlo Borromeo sfugge a un attentato a colpi di archibugio, convoca 6 Concili provinciali e 11 Sinodi diocesani, compie il giro dell’intera Diocesi per tre volte e consacra più di 100 chiese, tra nuove e ricostruite. Nel 1576 scoppia la peste che per mesi flagellerà la città Milano. Mentre le autorità civili e sanitarie entrano in crisi, Carlo Borromeo organizza processioni votive (in quella del 6 ottobre porta personalmente per le vie di Milano la reliquia del Sacro Chiodo), riordina il Lazzaretto, si prodiga in azioni di cura e carità. I milanesi lo acclamano come “alter Ambrosius”, il nuovo sant’Ambrogio. Dopo la morte, il cugino Federico Borromeo promuoverà la causa di canonizzazione, e Carlo verrà proclamato santo e co-patrono di Milano già nel 1610. La sua tomba si trova nella cripta del Duomo.